Le emergenze sanitarie degli ultimi anni hanno evidenziato quanto sia fondamentale garantire efficienza operativa nel sistema sanitario pubblico. Tuttavia, ottenere tale efficienza non è semplice, soprattutto in ambito ospedaliero, dove le cause di ritardi e inefficienze sono molteplici.
Tra queste vi è il crescente fenomeno delle aggressioni fisiche e verbali al personale sanitario. Questi episodi non solo mettono in pericolo medici e infermieri, ma rappresentano anche un rischio per i pazienti, per due motivi principali:
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un operatore aggredito potrebbe non essere disponibile in situazioni di urgenza o emergenza;
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le aggressioni compromettono la serenità dell’ambiente ospedaliero, un aspetto fondamentale in un contesto di cura.
Gli episodi di violenza sono così frequenti (il settore sanitario è tra i più colpiti) che il Ministero della Salute ha previsto misure specifiche attraverso il Piano Nazionale della Prevenzione, con l’obiettivo di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Rischi per operatori e pazienti
Come anticipato, la violenza contro il personale sanitario è un fenomeno in aumento. Si tratta di eventi gravi che compromettono lo stato psicofisico degli operatori, causando spesso stress lavoro-correlato, come la sindrome da burnout.
Secondo i dati INAIL relativi al quinquennio 2016–2020, sono stati registrati 12.000 infortuni sul lavoro causati da aggressioni, violenze o minacce, con una media di circa 2.500 casi all’anno. Le stime indicano che circa un terzo degli infermieri subisce un’aggressione (fisica o verbale) ogni anno, ovvero 130.000 casi, a cui si aggiungono 125.000 episodi non denunciati. Il 75% delle vittime sono donne. Nel triennio 2020-2022, invece, sono stati registrati circa 6.000 casi di aggressione, con 2.243 casi solo nel 2022.
Le aggressioni sono riconducibili a varie cause:
- preoccupazioni per la propria salute o quella di un familiare
- problemi di comunicazione tra paziente e operatore
- carenza di personale
- sovraffollamento nei reparti
Tali tensioni si acuiscono in ambienti ad alto rischio, come i reparti di psichiatria.
Secondo le rilevazioni effettuate tramite questionari INAIL:
- Il 91% delle aggressioni è avvenuto negli ambulatori o nelle aree di accoglienza
- Il 61% degli aggressori erano pazienti, il 21% familiari
- Il 56% degli operatori era da solo al momento dell’aggressione
- Solo il 27% ha ricevuto aiuto
RTLS per la sicurezza in sanità
La violenza sul lavoro in ambito sanitario incide negativamente sulla qualità del servizio e sulle prestazioni del personale, motivo per cui molte strutture stanno adottando soluzioni RTLS (Real-Time Location Systems) basate su tecnologia Bluetooth Low Energy (tecnologia apprezzata per la sua efficienza energetica, scalabilità e costi contenuti). Questi sistemi aumentano la sicurezza di operatori e pazienti grazie all’utilizzo di dispositivi dotati di sensori di posizione e pulsanti di emergenza, che consentono di segnalare rapidamente situazioni critiche con allarmi geolocalizzati e interventi tempestivi. Un Real-Time Locating System permette di localizzare pazienti in tempo reale e monitorare il personale sanitario, oltre che di tracciare le attrezzature mediche e raccogliere dati sui flussi di lavoro. La struttura del sistema si basa su tre elementi principali: i tag, ossia dispositivi attivi alimentati a batteria, indossati da persone (operatori, pazienti, visitatori) o applicati agli asset (come ecografi, defibrillatori, pompe a siringa, carrelli, dispositivi elettromedicali). Inviando segnali a intervalli regolari, consentono il tracciamento; antenne (o ancore), dispositivi fissi, generalmente installati a soffitto, che ricevono i segnali dei tag. In alcune soluzioni, i ricevitori sono completamente wireless e a batteria, rendendo l’infrastruttura adatta anche ad ambienti esistenti senza interventi invasivi; software di gestione, che elabora i dati ricevuti, applica algoritmi di localizzazione e li visualizza su una mappa digitale, fornendo una panoramica in tempo reale della struttura.
Vantaggi operativi dell’RTLS in ambiente ospedaliero
Come anticipato, le strutture sanitarie che adottano sistemi di tracciamento in tempo reale possono beneficiare di numerosi vantaggi:
1. Gestione ottimale del flusso dei pazienti: il sovraffollamento è un problema comune. Gli RTLS aiutano ad alleggerire i flussi, riducendo i tempi di attesa e migliorando la qualità dell’assistenza. Il personale può monitorare in tempo reale la posizione dei pazienti e lo stato dei trattamenti, dando priorità ai casi critici.
2. Ottimizzazione del servizio: monitorando gli spostamenti dei pazienti e delle attrezzature all’interno della struttura, è possibile ridurre i ritardi nei trattamenti. Notifiche automatiche possono avvisare se un paziente è in attesa da troppo tempo o se è necessario localizzare rapidamente un’attrezzatura.
3. Maggiore sicurezza dei pazienti: il monitoraggio continuo permette di segnalare eventuali uscite da aree autorizzate o incidenti (come cadute), garantendo un intervento immediato da parte del personale sanitario.
4. Risposta rapida alle emergenze: medici e operatori possono visualizzare la posizione dei colleghi su una mappa in tempo reale, coordinando al meglio le risorse in caso di emergenze.
5. Impiego ottimale del personale: il personale può essere assegnato dinamicamente in base alla prossimità ai pazienti. L’analisi dei dati storici permette di prevedere la domanda e di ottimizzare i turni di lavoro.
Conclusioni
Le tecnologie RTLS rappresentano uno strumento fondamentale per aumentare la sicurezza, migliorare l’efficienza operativa e ridurre i costi nel settore sanitario. Consentendo il monitoraggio in tempo reale di persone, asset e attività, queste soluzioni supportano una gestione ottimizzata delle emergenze e delle risorse, rispondendo alle sfide di un sistema sanitario sempre più complesso.

